Memoria di che e di chi?

29 Gennaio 2023

Memoria di che e di chi?

La Memoria! E’ sempre al centro di ogni mio lavoro: dalla ricerca delle scrittrici (avere memoria delle nostre madri), ai romanzi, e anche ai testi poetici. Senza contare brevi interventi (pubblicati qui sul mio sito e/o su fb), o il mio interrogarmi sulla mia stessa memoria di vicende personali.

In ogni caso al centro c’è la domanda su cosa sia la Memoria, su come ciascuna e ciascuno si costruisca la propria (la sua storia) e su come essa cambi negli anni, a volte per adattamento a quella imperante, e bisogna essere vigili su questo, o perché lo sguardo si fa più largo, coglie più elementi, rivaluta chiaroscuri. Senza mai, mi auguro, cadere nel generale e confuso relativismo.

In questi giorni in tv e anche qui su fb se n’è parlato moltissimo. E va bene. Ho rivisto film e riletto brani di libri, mi sono immalinconita, ma ho verificato in me un sentimento di insoddisfazione latente.

Cosa significa ricordare le vittime, milioni di persone massacrate, avvilite, disperate, visualizzando volti e scenari appunto tratti da cinema, dalla tv, dalle inchieste? Cosa serve ricordare?

Come applicare il detto (ripetuto ma verificato nella sua infondatezza) che la Storia è maestra?

La Shoah è un delitto immane, a cui avvicino anche altri stermini, di popoli, città, ma cosa ci/mi fa orrore? La morte e la disperazione delle vittime mi dà dolore, acuto. Mi colpisce nel corpo. Quando ho visitato, molti anni fa, alcuni campi di sterminio, ogni volta vomitavo, sudavo, mi girava la testa. Era la pietà per quelle scarpette accatastate, per i mucchi di denti, per le fotografie esposte? Per quelle vite troncate tra sofferenze e umiliazioni? Rimpianto per quei corpi? Certamente, ma era anche altro. Cosa mi faceva orrore, cosa mi fa orrore?

Mi fa orrore la cattiveria degli uomini, mi disgusta il costatare come persone, magari in altre situazioni unicamente dotate di “brutto carattere”, insicurezza, avidità, possano diventare aguzzini, al seguito di interessi di una minoranza, del potere politico ed economico che li getta senza possibilità di fuga, (ma di ribellione e resistenza sì), e, in quel caso, al seguito di un pazzo narcisista e malvagio.

E’ questo che va ricordato, questo può insegnare che bisogna stare sempre all’erta, che bisogna ribellarsi a ogni forma di disumanità e di disprezzo per le persone, in quel caso ebrei (ma anche omosessuali, culture minoritarie…) e oggi migranti, popolazioni di paesi martoriati da guerre a cui si dà poco peso, minoranze o reputati “diverse/i. Che bisogna rifiutare ogni Guerra, di per sé schifosa e ingiusta, e deformante delle persone che vi partecipano. Che bisogna vigilare sapendo quanto sia facile che gli uomini si incattiviscano, perdano ogni senso di umanità e giustizia, di pietà. E bisogna badare al fatto che, se vogliamo che la Storia e la Memoria siano Maestre, non basta che i governi, il nostro attuale ma anche quelli di prima e gli appartenenti alla classe dirigente in vario modo, organizzino commemorazioni, sfilate, che pronuncino parole di condanna, se poi conducono guerre, bombardano paesi, incarcerano dissidenti, e tutto il resto.

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