A proposito di manifestazioni, sgomberi, manganellate….
Da: Le amiche di Carla, Filema 1999
“Ora è quella mattina Cristo che dolore qui nel petto che dolore nel cuore
Ora è quella mattina risate prima bandiere cartelli striscioni bisogna fare i buchi negli striscioni altrimenti il vento non ti fa camminare li strappa perfino e non è facile misurare le parole con quei buchi alcuni bisognò rifarli poi imparammo a disegnarli prima con la matita a prendere le misure a decidere quanto spazio per ogni lettera era difficile all'inizio fare gli striscioni bisognò imparare
è difficile tutto bisogna imparare tutto una vita non basta quella serve giusto per fare per riflettere per decidere di rifare poi non hai più tempo
Ora è quella mattina vestite di rosso solo il viso poi divenne bianco e le mani sudate i ragazzi solo il fazzoletto
Ora è quella mattina megafoni pugni in alto e il sole che batte e si riflette sul vetro di quella cinquecento e io cammino di lato e mi sembra di possedere il mondo ho in tasca quel foglietto con le parole d'ordine da urlare forte così la sera avrò la voce roca chi ha la voce più roca la sera vuol dire che ha urlato di più ci diverte misurare il consumo delle nostre gole qualcuno esagera anche
ci divertono tante cose
Ma ora è quella mattina quel foglietto non lo guardo proprio lo so a memoria e so le canzoni che dovrò intonare e so che mi seguiranno a centinaia è una specie di scampagnata in città la gente è ai lati della strada qualcuno ci seguirà qualcuno entrerà nel corteo con noi a urlare perché sicuramente troverà il tono che si adatta a lui forse di dolore o di gioia o di energia o di desiderio o di rabbia o di insofferenza o di
Ora è quella mattina e Nina passando mi stringe la spalla e mi fa quel sorriso speciale che ha
Ora è quella mattina e arriviamo di fronte ai soliti celerini padri di famiglia e figli di mamme
ma di quali famiglie? di quelle che stanno a casa dietro i vetri? di quale mamme? quelle che ogni sera vanno a letto con la schiena rotta e non immaginano proprio che nasciamo per vivere
noi sì lo sappiamo e ci piace farlo sapere a tutti
Ora è quella mattina e ci sono i soliti bestioni grossi occhi stretti sparsi ai lati della strada
Ora è quella mattina ed io d'improvviso so che qualcosa di nuovo ora sta per succedere sta succedendo succede perché mi ritrovo d'improvviso non accecata dal solito fumo mi ritrovo con questa mano al fianco e questa tra i capelli e questa è rossa
sono così stupita lo guardo: se fossi tua figlia tua madre tua sorella tua moglie..."Tu sei una puttana".
Ora è quella mattina e c'è solo la mano di Elvira che vedo spuntare da un mucchio di braccia manganelli caschi a terra gli occhiali con il cerotto ancora ma la stanghetta è saltata
Ora è sempre quella mattina -ma non finisce mai?- e quella cinquecento è rovesciata quel megafono è schiacciato e anche la testa di Guido e Nina dov'è Nina?
Ora è ancora quella mattina ed è un precipitare -è un film un documentario? con tutti a correre gridare scontrarsi inseguirsi colpirsi
Ora è quella mattina sono a terra e vedo quel cielo così azzurro di quando in Floridiana ci stendevamo vicini io e Massimo -o era Davide?- a raccontarci storie e guardavo il cielo e una volta presi la mano di quel Davide quasi senza volerlo poi diventai rossa
anche ora sono rossa io non lo so ma sono rossa e anche bianca e nei miei occhi è successo qualcosa che li ha cambiati per sempre”
(A.S.)