Creare uno spazio VOCI nasce da varie considerazioni.
La più importante e inclusiva di tutte le altre, è il desiderio di raccogliere le voci di poete e poeti, scrittrici e scrittori, e poi saggiste e saggisti, e poi, e poi… chissà, di altre e altri. Mi piace l’idea di ascoltare voci. La voce è linguaggio del corpo e permette un rapporto tra i corpi: di chi parla e di chi ascolta.
VOCI è un mio vecchio sogno ma la spinta ad attuarlo ora è legata anche ai tempi che stiamo vivendo: la cancellazione dei corpi, degli abbracci, dei sensi. Il silenzio, la lontananza. Ci incontriamo poco, ci vediamo poco, ci annusiamo, ci abbracciamo, ci parliamo, ci ascoltiamo poco. Quasi tutte e tutti usiamo wu, messaggini, mail. Anche il telefono -l’ascolto della voce, la comunicazione attraverso la voce- è poco praticato. Siamo connesse/i, per esempio tramite video, ma siamo separate/i e dunque non ci ri/conosciamo nei sorrisi, nel calore della pelle, nelle posture, nelle espressioni dei visi, nei toni delle voci.
Mi auguro che la partecipazione si allarghi sempre più, che le lingue si moltiplichino, così da poterci “toccare” attraverso le nostre voci. Ricordo una manifestazione che organizzai anni fa in Galleria a Napoli, all’interno di quelle dedicate alle “Letture in Piazza” a cura dell’Araba Felice. In quella occasione, le voci delle lingue presenti nelle nostre strade e nelle nostre case, cinesi, srilankesi, indiane, africane di varie culture, oltre a tedesche, angloamericane, francesi, spagnole, italiane, eccetera, riempirono di suoni le magnifiche volte e rimanemmo tutte/tutti incantate/i. E ci scambiammo sorrisi.
Invito a partecipare con semplicità e generosità, e a collaborare, sentendovi, ciascuna e ciascuno di voi, parte creativa e propositiva dell’iniziativa.
Per iniziare, potete inviare alla mia mail anna.santoro45@gmail.com registrazioni di vostri testi, con le indispensabili notizie bibliografiche (se editi). Potete anche inviare commenti, suggerimenti e riflessioni che raccoglieremo in uno spazio successivo. Grazie.